Origine di due specialità gustate di primo mattino

CAPPUCCINO E CROISSANT PER TUTTI, PLEASE!

Ogni giorno, nei bar affollati, quanti sono gli italiani che fanno colazione con cappuccino e cornetto? Eppure, sono due specialità nate all’estero e solo più tardi giunte in Italia. All’inizio del Novecento, il cappuccino trasformò il semplice caffellatte in qualcosa di singolare. La bevanda conosciuta con il suo nome italiano in tutto il mondo, deve infatti la sua fama alla macchina per il caffè espresso con cui realizzarla: un’invenzione brevettata nel 1901 dall’ingegnere milanese Luigi Bezzera. Pur tuttavia, l’origine del cappuccino, con tutta probabilità, fa riferimento al Kapuziner austriaco, diffuso nei caffè viennesi. Si tratta di una piccola moka con qualche goccia di panna montata. Per chi non ricordasse, la moka, si prepara in modo tradizionale versando dell’acqua in un pentolino riempito con polvere di caffè. La sua origine è orientale, tant’è che Il termine Mocha deriva dalla città portuale yemenita di al-Muchā ( Mocha ) sul Mar Rosso, da dove veniva spedito in tutto il mondo il caffè della varietà di Caffè Arabica , originaria dell’Etiopia.

Un cappuccino italiano – Foto di Engin Akyurt da Pixabay 

A Vienna, il caffè è solitamente servito con latte caldo, schiumato o meno. Quindi, quello che da noi in Italia è comunemente noto come cappuccino, a Vienna è chiamato Melange. La quantità di latte dipende dal gusto personale. Nacque presto il confronto con il colore del saio di un monaco cappuccino. Ad esempio, un Franziskaner è una tazza di caffè con tanto latte da ricordare proprio il colore marrone chiaro dell’abito monacale. Un Kapuziner è invece un po’ più scuro, perché con meno latte, quindi è più forte. Presente in tutto l’Impero austro-ungarico, nei primi anni del Novecento il cappuccino raggiunse il porto di Trieste e da allora consumato in tutta Italia. Molti ricorderanno che proprio Trieste è la sede in cui nacque la Illy caffè, in breve Illy, torrefazione italiana di alta qualità.

Kapuchiner, per come è offerto in un caffè di Berlino

La storia più curiosa riguardante il cappuccino la troviamo sull’edizione italiana di Wikipedia e vale leggerla per come è raccontata: «Le sue origini, infatti, sono strettamente correlate alla diffusione dello stesso caffè in Europa e, in particolare, nell’Impero austriaco del XVII-XVIII secolo. Una leggenda molto diffusa lega il suo nome alla vicenda di un frate cappuccino, tal padre Marco d’Aviano, un presbitero friulano inviato nel settembre 1683 da papa Innocenzo XI a Vienna, con l’obiettivo di convincere le potenze europee a una coalizione contro gli Ottomani musulmani che la stavano assediando. Questi, in una caffetteria viennese, avrebbe “corretto” per la prima volta il gusto troppo forte del caffè con del latte, e la nuova bevanda sarebbe stata soprannominata kapuziner, ovvero cappuccino in tedesco».

Croissant – Foto di Lebensmittelfotos da Pixabay

L’interesse su questa particolare bevanda utilizzata per la prima colazione si accresce se pensiamo che ad accompagnare il cappuccino è quasi sempre il croissant, un rotolino di pasta sfoglia dolce, alla francese. A notare bene, ha la forma di mezzaluna. Il perché è presto detto. Le date coincidono (1683), ma le leggende sono fatte proprio per fare coincidere ogni passo delle storie alle quali si ispirano. La narrazione sull’origine del croissant a mezzaluna è questa: durante l’assedio di Vienna da parte dei Turchi nel 1683, gli Ottomani tentarono un colpo di mano, approfittando dell’oscurità della notte, per introdursi in un tunnel da loro scavato sotto le mura della città. Ma la sorpresa non riuscì, perché a dare l’allarme furono i fornai viennesi, i quali si alzavano prima dell’alba dovendo preparare la loro infornata. Per celebrare la vittoria da parte delle truppe polacche e austriache sulle milizie ottomane, i fornai avrebbero ottenuto ufficialmente il privilegio di modellare una pasta (chiamata Hörnchen, letteralmente “piccolo corno” la cui forma richiamava l’emblema che compare sulle bandiere ottomane.

Immaginate la soddisfazione di affogare la mezzaluna nel cappuccino viennese. Mangiare la mezzaluna era un modo metaforico per mangiarsi l’avversario e celebrare la vittoria. Si dice che l’inventore ufficiale fu il fornaio Peter Wendler che s’ispirò a questo simbolo per esorcizzare l’idea del temibile nemico.

IMMAGINE DI APERTURA: Foto di Eleonora Scordo da Pixabay