Almanacco delle mode passate, presenti e future

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George Barbier è stato un pittore, stilista e sicuramente uno dei più importanti illustratori Art Déco francesi. Nacque a Nantes il 10 ottobre 1882 e morì a Parigi il 16 marzo 1932.

Clémentine Hélène Dufau – Ritratto di Georges Barbier

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George Barbier

La figura di George Barbier è oggi poco conosciuta fuori dall’ambito specialistico, anche se nei suoi anni è stato uno fra i più importanti illustratori Art Déco francesi. Le opere di Aubrey Beardsley e Léon Bakst segnarono profondamente il suo stile preciso e scrupoloso, tipico del nuovo stile che prendeva spazio rispetto all’Art Noveau. Eppure, non mancarono in lui anche influenze classicheggianti che si richiamano alla pittura vascolare greca e all’esotismo delle miniature indiane.

Barbier aveva studiato all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, quale allievo di Jean Paul Laurens. Sebbene avesse esposto per la prima volta nel 1910 al Salon des Humorists con lo pseudonimo di Édouard William, fu soltanto l’anno successivo che venne scoperto dal pubblico. Nella galleria di suo zio Louis-Maurice Boutet de Monvel, infatti, presentò la sua prima mostra personale. Aveva 29 anni. Dal 1912 Barbier prese proporre le sue opere al Salon des Artists Decorators e dall’ora la sua professione di pittore fece un salto di qualità, collocandolo fra gli artisti più ricercati, con incarichi per disegnare costumi per balletto e teatro, illustrare libri e creare illustrazioni su riviste di alta moda. Per 20 anni Barbier ha fatto parte di un gruppo della Scuola di Belle Arti soprannominato da Vogue “I Cavalieri del Braccialetto“, un omaggio ai suoi modi eleganti e stravaganti e al suo particolare stile di abbigliamento. Inclusi in questo circolo elitario vi erano personaggi in vista come Bernard Boutet de Monvel e Pierre Brissaud – entrambi cugini di primo grado di Barbier –, Paul Iribe, Georges Lepape e Charles Martin.

Durante la sua carriera, George Barbier si occupò altresì di gioielli o anche di design con lavori su di vetro e carta da parati. Oggi lo ricordiamo soprattutto per i suoi numerosi disegni riprodotti con la tecnica dello stencil, che permetteva in modo economico e veloce di colorare le litografie uscite in bianco e nero dalla stampa grazie all’utilizzo di mascherine incise con appropriati tagli su cartoncini o sottili lamine metalliche. Disegni, che apparvero sulle riviste più famose dell’epoca, come i giornali satirici Le Rire o La Baionette, e su riviste di moda come Modes et manières d’aujourd’hui, Les fuillets’ Art, Femina, Vogue, Comoedia illustré, La Gazette du bon ton e Journal des Dames et des Modes: tutte riviste su cui contiamo di soffermarci prossimamente.Sulle loro pagine, oltre ai disegni, propose saggi e numerosi articoli.

Per il teatro, occorre citare in particolare i costumi ideati per la commedia in 3 atti La Vie amoureuse de Casanova presentata al Bouffes-Parisiens di Parigi il 22 febbraio 1919. L’opera era di Maurice Rostand, figlio del ben più famoso poeta Edmond Rostand autore della commedia Cyrano de Bergerac. A metà degli anni Venti Barbier ha lavorato perfino con Erté, pseudonimo di Romain de Tirtoff celebre costumista e scenografo teatrale russo naturalizzato francese. Chiamato da questo artista disegnò scenografie e costumi per gli spettacoli delle Folies Bergère e nel 1929 scrisse l’introduzione per l’acclamata mostra di Erté. Non si fermò al teatro, perché Barbier ha disegnato una serie di scenografie e costumi anche per il cinema. Ad esempio, suo è il guardaroba di Rudolf Valentino nel film del 1924 Monsieur Beaucaire. In breve, tra i suoi costumi di scena per i Ballets Russes e le sue regolari apparizioni sulla rivista L’Illustration, George Barbier raggiunse la fama, che lo ha portato a disegnare ex libris (come quello realizzato quello per Jacques Nouvion, direttore del Journal des Dames). Le sue incisioni a colori impreziosirono gli importanti testi letterari di Charles Baudelaire, Théophile Gautier, Pierre Louÿs, Alfred de Musset e Paul Verlaine, stampati dalle grandi case editrici parigine.

Nei nuovi tempi della modernità, legata a ricercati prodotti di consumo, non mancò neppure di curare raffinate illustrazioni per la pubblicità. Fra queste spiccano raffinate tavole sul tema dell’abbigliamento femminile proposto dalle case di moda di Paul Poiret, Jeanne Lanvin, Jeanne Paquin, Madeleine Vionnet, oppure i preziosi monili del gioielliere Cartier. Morì a Parigi nel 1932 al culmine della sua carriera. Su tutti i suoi lavori artistici, il suo capolavoro è l’Almanacco delle mode passate, presenti e future, in cinque volumi, pubblicato tra il 1922 e il 1925, intitolato Falbalas et Fanfreluches. I testi sono curati da Colette e le mirabili illustrazioni lasciate alla mano di George Barbier. Apparentemente criptico, il titolo significa “Balze e fronzoli”, e fa riferimento all’Abbé Fanfreluche un personaggio efficacemente arruffato e con fronzoli presente nel romanzo erotico incompiuto di Aubrey Beardsley Sotto il monte, un piccolo capolavoro, liberamente ispirato alla leggenda di Venere e Tannhäuser. Sfogliamo il primo dei cinque volumi, che traiamo dalla collezione conservata alla Biblioteca Nazionale di Francia.


In copertina: Falbalas et Fanfreluches: Almanach des modes présentes, passées & futures pour 1922: La Toilette Délicieuse / France XXe siècle  

Descrizione: Tre alla moda donne vestite in un interno con colonne classiche.  – Tavola colorata a mano tratta da Rivista stampata di moda.