MUSEI: le sette meraviglie secondo il Prix Versailles


Logo artistico del Diriyah Art Futures

Il Prix Versailles, uno dei riconoscimenti internazionali più prestigiosi in ambito architettonico, ha inaugurato lo scorso 5 maggio la sua undicesima edizione con l’annuncio della Lista dei Musei più belli del mondo per il 2025. Si tratta di sette istituzioni museali, nuove o recentemente rinnovate, selezionate per il loro valore architettonico, simbolico e culturale. A fine anno, tre di questi riceveranno ulteriori premi mondiali per la qualità degli interni, degli esterni o per l’intero progetto. Tra le meraviglie selezionate, l’Italia figura indirettamente con un museo progettato da uno studio romano nel cuore della Penisola Arabica.

Un museo italiano nel deserto saudita

A Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, sorge il Diriyah Art Futures, il primo museo del Paese interamente dedicato all’arte digitale. La firma è dello studio romano Schiattarella Associati, che ha saputo intrecciare le suggestioni dell’architettura tradizionale con un linguaggio progettuale fortemente contemporaneo. L’edificio si presenta come un sistema articolato di spazi indipendenti, integrati con l’ambiente naturale di Wadi Hanifah. L’uso di passaggi ombreggiati e profondi, ispirati alle forme vernacolari locali, contribuisce a creare un luogo in equilibrio tra innovazione e memoria del territorio. La struttura ospita gallerie, laboratori, residenze d’artista, un auditorium e un centro formativo: un ecosistema culturale che fonde città e paesaggio, tecnica e visione.

Il Grand Palais, Parigi riconquista il futuro

Rientrato tra i grandi protagonisti dell’architettura museale, il Grand Palais di Parigi vive oggi una nuova stagione grazie all’intervento di restauro e valorizzazione firmato Chatillon Architectes. Costruito in soli tre anni a cavallo dell’Esposizione Universale del 1900, il palazzo è un condensato di arte e maestria costruttiva: sculture, affreschi e mosaici convivono sotto un’immensa volta in vetro di oltre 17.000 metri quadrati. L’architettura si trasforma in racconto urbano: la galleria superiore, ora restaurata, consente una passeggiata sospesa nella storia di Parigi, tra bellezza industriale e spirito repubblicano.

Audeum, un’architettura per i cinque sensi

In Corea del Sud, nel cuore di Seoul, sorge Audeum, un museo che spinge l’esperienza museale oltre la dimensione visiva. Progettato da Kengo Kuma, l’edificio è concepito come un “strumento architettonico” in grado di stimolare i cinque sensi e ristabilire una connessione profonda con la natura. L’esterno, definito da una cortina di tubi d’alluminio, richiama le strutture vegetali e i giochi di luce effimera del paesaggio. All’interno, il percorso si apre su ambienti lignei impregnati del profumo del cipresso, dove suoni, profumi e percezioni tattili si fondono in un’esperienza immersiva. Audeum non è solo un museo: è un luogo di ascolto e contemplazione.

Bali e il tempio del silenzio

Sull’isola di Bali, in Indonesia, sorge il Saka Museum, firmato dallo studio giapponese Mitsubishi Jisho Design. L’edificio riflette la filosofia del Giri Segara, equilibrio sacro tra montagna e mare, tra forze opposte e complementari. Il tetto inclinato collega idealmente il profilo montano all’oceano, mentre l’acqua che circonda la struttura riflette la luce lunare come una superficie meditativa. Il museo custodisce archivi e oggetti legati alle tradizioni balinesi, come il Nyepi, il Giorno del Silenzio. In questo luogo il confine tra contenuto e contenitore svanisce, e l’architettura si fa medium culturale.

Kunstsilo: da granaio a cattedrale dell’arte

In Norvegia, nella cittadina costiera di Kristiansand, un vecchio granaio portuale risalente al 1935 è diventato il più grande museo d’arte del sud del Paese. Il progetto, curato da Mestres Wåge Arquitectes, ha trasformato un blocco industriale di 30 silos in un’architettura monumentale e poetica. Il Kunstsilo ospita la più vasta collezione privata al mondo di arte nordica. Il contrasto tra la brutalità del cemento e la leggerezza della luce che penetra nei silos crea una tensione visiva che accompagna il visitatore in una vera ascesa museale. Una scala monumentale collega i livelli espositivi e conduce fino al tetto panoramico affacciato sulla costa: un percorso che trasforma la visita in esperienza spirituale.

Cleveland e l’architettura glaciale

Negli Stati Uniti, il Cleveland Museum of Natural History si è rinnovato per raccontare in modo più coinvolgente la storia del nostro pianeta. Lo studio DLR Group ha ridisegnato gli spazi museali ispirandosi alla geologia dell’Ohio e ai ghiacciai che hanno modellato i Grandi Laghi. Le forme curve e fluide della nuova architettura ricordano paesaggi glaciali e si sviluppano in continuità con l’ambiente naturale circostante. Al centro del museo, una sala dedicata agli esemplari più iconici della storia naturale diventa cuore pulsante del racconto scientifico. La nuova identità del museo coniuga educazione e meraviglia, restituendo l’idea che conoscere il passato della Terra è il primo passo per custodirne il futuro.

Joslyn Art Museum: tre epoche, un solo orizzonte

Nel cuore del Nebraska, il Joslyn Art Museum di Omaha racconta quasi un secolo di storia architettonica americana. Fondato nel 1931 grazie a Sarah Joslyn come dono alla comunità, l’edificio originario in stile Art Déco è affiancato oggi da due ampliamenti significativi: il padiglione progettato da Norman Foster nel 1994 e la nuova ala contemporanea, firmata dallo studio norvegese Snøhetta nel 2024. Quest’ultima si distingue per una radicale rottura formale rispetto al paesaggio circostante e ai volumi preesistenti. Eppure, nella sua tensione tra memoria e visione, il Joslyn riesce a tenere insieme passato e futuro, provincialismo e cosmopolitismo, identità locale e apertura al mondo. Un museo che parla al tempo lungo della storia e a quello immediato delle nuove generazioni.

Un riconoscimento alla creatività e alla visione

“La selezione di quest’anno – ha dichiarato Jérôme Gouadain, Segretario Generale del Prix Versailles – restituisce una straordinaria panoramica delle tendenze più significative dell’architettura museale contemporanea, celebrando sia l’energia della giovane creatività sia la competenza matura che rende possibili queste opere”. Ogni museo premiato si distingue per la capacità di offrire al visitatore un’esperienza unica, modellata sull’identità del luogo e sulla missione culturale dell’istituzione.

Il Prix Versailles si conferma così come osservatorio privilegiato dell’architettura del nostro tempo, promuovendo un’idea di sostenibilità che va oltre la dimensione ambientale e si radica nella cultura, nell’estetica e nell’etica della costruzione.

Le prossime tappe del premio mondiale toccheranno le categorie Hotel (2 giugno), Ristoranti (16 giugno), Campus universitari (23 giugno), Aeroporti (30 giugno), Empori (1° settembre), Stazioni (3 novembre) e Sport (10 novembre). Una cartografia globale dell’architettura che non smette di reinventare il mondo, un edificio alla volta.


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