
Parigi si prepara a riscrivere la propria geografia sotterranea con il Grand Paris Express, un progetto che unisce ingegneria e arte contemporanea. Le nuove linee della metropolitana non saranno soltanto infrastrutture di trasporto, ma tappe di un museo diffuso che attraversa la città, trasformando il quotidiano in esperienza estetica. Attraverso il programma L’Art du Grand Paris, artisti, architetti e curatori internazionali ridefiniscono il paesaggio urbano del futuro, rendendo ogni stazione un luogo di incontro, memoria e immaginazione collettiva.
Un secolo dopo l’inaugurazione della prima linea della metropolitana parigina, la capitale francese si prepara a vivere una nuova rivoluzione urbana. Il Grand Paris Express non sarà soltanto il più grande progetto infrastrutturale d’Europa, ma anche un laboratorio d’arte contemporanea diffusa, destinato a trasformare ogni stazione in un luogo di incontro, contemplazione e cultura.
Quando nel 1900 la prima linea della Métro di Parigi entrò in funzione per l’Esposizione universale, la città seguiva l’esempio di Londra, Istanbul e Chicago, che avevano già sperimentato il fascino del trasporto sotterraneo. Da allora la rete si è estesa fino a 321 stazioni distribuite su 16 linee, per un totale di 245,6 chilometri. Ma ciò che si profila all’orizzonte è di ben altra portata: con il Grand Paris Express, la rete sarà ampliata di oltre 200 chilometri, grazie a quattro nuove linee e due prolungamenti di tracciati esistenti. I lavori, iniziati nel 2015, dovrebbero concludersi entro il 2030, ridisegnando la geografia quotidiana di milioni di cittadini.
Parallelamente alla costruzione dell’opera, la Société du Grand Paris (SGP) ha varato un vasto programma culturale, “L’Art du Grand Paris”, che coinvolge artisti, architetti e abitanti dei quartieri interessati. Il progetto prevede 70 installazioni permanenti, accanto a interventi temporanei, eventi e collaborazioni locali. L’obiettivo è ambizioso: integrare l’arte contemporanea nella vita di tutti i giorni e fare di ogni fermata non solo un nodo di transito, ma uno spazio di esperienze sensibili e riflessioni estetiche.
«Questa collezione darà vita a un grande museo sotterraneo aperto a tutti, che rafforzerà l’ambizione urbana del progetto», afferma Jean-François Monteils, presidente della SGP, che nel 2010 ha avviato il programma sotto l’egida dello Stato francese.
La direzione artistica è affidata a José-Manuel Gonçalvès, già responsabile del centro culturale Centquatre-Paris, affiancato da un comitato di curatori e direttori di musei di primo piano: Laurent Le Bon (Centre Pompidou), Annabelle Ténèze (Louvre-Lens), Martin Bethenod (Crédac), Fabrice Bousteau (Beaux-Arts Magazine) e Constance Rubini (Musée des Arts décoratifs et du Design di Bordeaux).
Tra gli artisti selezionati figurano nomi di rilievo internazionale come Sophie Calle, JR, Anselm Kiefer, Daniel Buren, Eva Jospin, Otobong Nkanga, Michelangelo Pistoletto, Petrit Halijaj, insieme a giovani talenti della scena contemporanea come Noémie Goudal, Hicham Berrada e Guillaume Bresson.
«È la storia di un incontro tra discipline — spiega Bernard Cathelain, membro del consiglio della SGP — un dialogo senza precedenti tra artisti, architetti e ingegneri».
Ogni stazione diventerà un’opera a sé. A Saint-Denis Pleyel, Prune Nourry e Kengo Kuma realizzeranno un esercito di 108 “Veneri dionisiache” modellate con terre locali; a Bicêtre-Hôpital, Eva Jospin e Jean-Paul Viguier daranno forma a un monumentale rilievo in cemento e bronzo ispirato agli scavi archeologici; la stazione dell’aeroporto di Orly sarà decorata da un grande mosaico di azulejos firmato Vhils; a L’Haÿ-les-Roses, il duo Nonotak installerà “Ocean”, una scultura luminosa e cinetica. Michelangelo Pistoletto realizzerà invece per Champigny Centre un nastro luminoso in sedici lingue, con la scritta “Aimer les différences”, inno poetico alla diversità.
Una visione d’insieme di questa collezione in divenire è stata presentata alla stazione di Saint-Denis Pleyel dal 3 al 10 ottobre, dove plastici, video e installazioni temporanee hanno offerto un’anteprima del museo metropolitano che prenderà forma nei prossimi anni.
Più che un progetto infrastrutturale, il Grand Paris Express rappresenta un manifesto culturale del XXI secolo: una rete sotterranea che unisce ingegneria, arte e vita urbana, trasformando il quotidiano in un’esperienza estetica condivisa.
Il museo metropolitano del futuro
Il progetto
Il Grand Paris Express è il più vasto cantiere infrastrutturale europeo: quattro nuove linee (15, 16, 17 e 18) e due prolungamenti di tracciati già esistenti, per un totale di 200 chilometri aggiuntivi e 68 nuove stazioni. I lavori, avviati nel 2015, dovrebbero concludersi entro il 2030. L’opera mira a collegare le periferie senza passare per il centro, riducendo tempi di percorrenza e impatto ambientale.
L’arte nel sottosuolo
Parallelamente nasce L’Art du Grand Paris, un programma culturale che trasformerà la rete in un museo sotterraneo diffuso. Sono previste 70 installazioni permanenti e numerose opere temporanee. L’obiettivo è radicare l’arte nella vita quotidiana, rendendo ogni fermata un luogo di cultura e riflessione visiva.
La direzione artistica
Il progetto è curato da José-Manuel Gonçalvès, ex direttore del Centquatre-Paris, con un comitato che riunisce figure di rilievo come Laurent Le Bon (Centre Pompidou), Annabelle Ténèze (Louvre-Lens), Martin Bethenod, Fabrice Bousteau (Beaux-Arts Magazine) e Constance Rubini (Musée des Arts décoratifs et du Design de Bordeaux).
Gli artisti coinvolti
Tra i protagonisti: Sophie Calle, JR, Anselm Kiefer, Daniel Buren, Eva Jospin, Otobong Nkanga, Michelangelo Pistoletto, Petrit Halijaj, e le nuove voci Noémie Goudal, Hicham Berrada, Guillaume Bresson.
Tra i progetti già annunciati:
– 108 Veneri dionisiache di Prune Nourry e Kengo Kuma a Saint-Denis Pleyel
– Rilievo in cemento e bronzo di Eva Jospin e Jean-Paul Viguier a Bicêtre-Hôpital
– Mosaico di azulejos di Vhils a Orly Aéroport
– Installazione luminosa Ocean del duo Nonotak a L’Haÿ-les-Roses
– Nastro luminoso Aimer les différences di Michelangelo Pistoletto a Champigny Centre
Una collezione in progress
L’anteprima pubblica del progetto, allestita a Saint-Denis Pleyel (3–10 ottobre), ha presentato modelli, rendering e installazioni temporanee. Le prime opere definitive saranno visibili con l’apertura delle nuove linee, entro la fine del decennio.
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