
Un capolavoro del Medioevo incontra l’intelligenza artificiale. Nella Cattedrale di Chartres, celebre per le sue vetrate gotiche, un’applicazione innovativa consente oggi di decifrare i racconti biblici e simbolici nascosti nei vetri istoriati, trasformando la visita in un’esperienza interattiva tra luce, arte e tecnologia.
Un’applicazione basata sull’intelligenza artificiale permette oggi di esplorare, attraverso lo smartphone, i segreti delle celebri vetrate della Cattedrale di Chartres: un patrimonio medievale che incontra la tecnologia contemporanea.
Ogni anno oltre un milione di persone varca la soglia della Cattedrale di Notre-Dame de Chartres, capolavoro dell’arte gotica francese e patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1979. Tra le sue navate luminose, 2.600 metri quadrati di vetri istoriati — un tesoro unico al mondo — raccontano in immagini la Bibbia e la vita dei santi, seguendo la tradizione della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Le sue 176 vetrate, risalenti in gran parte al XIII secolo, sono sopravvissute a guerre, incendi e restauri, mantenendo intatta la loro potenza visiva e simbolica.
Oggi, grazie a un progetto del Centre international du Vitrail di Chartres, questo patrimonio millenario si apre a una nuova forma di lettura. Basta puntare la fotocamera del proprio smartphone verso le vetrate: l’app riconosce la scena e restituisce sullo schermo la descrizione completa dell’opera, in alta definizione. Il sistema, ideato da Jean Touchard, responsabile dei progetti digitali del Centro, sfrutta algoritmi simili al riconoscimento facciale per identificare i personaggi e le scene raffigurate, tenendo conto anche delle variazioni di luce che mutano nel corso della giornata e delle stagioni.
L’idea è nata da un’osservazione semplice e disarmante: «Sono belle le tue vetrate, mamma, ma non ci capisco niente», aveva detto una bambina durante la visita. Una frase rimasta impressa a Touchard e divenuta la scintilla di un progetto che ambisce a restituire alle immagini medievali la loro funzione originaria di racconto e insegnamento.
Per costruire il database che alimenta l’applicazione, sono serviti sette anni di lavoro, 3.000 fotografie e la catalogazione di 10.000 medaglioni e 20.000 dettagli iconografici. «Un’enciclopedia tascabile», la definisce Jean-François Lagier, direttore del Centre du Vitrail, frutto di un investimento di circa 270.000 euro, finanziato in gran parte da sponsor privati. L’app non è solo uno strumento turistico, ma anche un supporto didattico per guide, studenti e appassionati.
A ricordare che l’arte gotica è tutt’altro che immediata interviene Félicité Schuler-Lagier, guida della cattedrale e coautrice del progetto: «Le vetrate non sono la “Bibbia dei poveri” come spesso si ripete. Anche nel Medioevo servivano chiavi di lettura. Ogni colore, gesto o piega di un abito aveva un significato preciso. La tecnologia ci aiuta a decifrare un linguaggio dimenticato».
La Cattedrale di Chartres, costruita tra il 1194 e il 1220, è considerata uno degli esempi più puri di architettura gotica. Le sue vetrate, note per l’intensità del celebre “blu di Chartres”, rappresentano un vertice della tecnica medievale e della teologia visiva. Con l’app, il visitatore può scoprire la storia di figure come Noè, Giuseppe, il Buon Samaritano o il Figliol Prodigo, e comprendere il filo narrativo che lega ogni scena all’insieme del programma iconografico.
Il risultato è un dialogo tra passato e futuro: la luce filtrata dalle vetrate, concepita per istruire i fedeli nel Medioevo, viene oggi reinterpretata attraverso la luce digitale degli schermi. Un gesto semplice — inquadrare con lo smartphone — restituisce senso e voce a immagini antiche di otto secoli, permettendo a chiunque di decifrare la complessità simbolica del gotico.
E mentre a Chartres l’applicazione è già in funzione su cinquanta vetrate, il progetto punta a espandersi in altre cattedrali francesi. Perché, come suggerisce Touchard, «la tecnologia, se ben usata, non sostituisce la contemplazione: la approfondisce».
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