Incendiata la Venere degli stracci a Napoli

La Venere degli stracci a Napoli. Fragilità e potenza di un’opera in fiamme (Fonte: Artribune)

di Paolo Pantani

Buongiorno, mi sveglio presto al mattino, quando sono a Napoli, cerco il mio primo ed ennesimo caffè, a Sanferdinando, a fianco del famoso acquaiolo, aperto h24, non cito il nome per non fare pubblicità.
Gli avventori sono i giovani e le giovani reduci dalla movida notturna, i lavoratori di Asia, i militari del servizio “strade sicure” e i disperati urbani senza fissa dimora, giovani, vecchi, napoletani e stranieri.

Prendo il cornetto da portare a casa a Marilina e mi accorgo che il degrado umano aumenta, giorno per giorno. Vado da Antonio, il mio tabaccaio a Piazza Municipio e non nascondo che quella mappata di panni sporchi di “pustoletto”, altro piemontese, come me, non mi piaceva: lo ho detto, ma non lo ho scritto.

Antonio, scherzando, ha detto che la ho “appicciata” io; meno male che ci sono le riprese…
Adesso è inutile recriminare, condivido, “only one time”, quello che scrive Chiari: basta con una rappresentazione caravaggesca dei nostri luoghi, “eros e thanatos” amore e morte, preferisco la bella rappresentazione della figura di Gian Battista Vico opera di Saviano Giulio Ambrosino, autore autoctono, anche quella, purtroppo, vandalizzata nel 2018.

Ma è cosi sempre, ciclicamente, mettiamoci i bersaglieri a piazza municipio, come a Sanferdinando, purtroppo è così…. Siamo troppo sensibili alla arte moderna e alla cultura….

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IMMAGINE DI COPERTINA di Gerd Altmann da Pixabay

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