
Contrariamente a quanto molti potrebbero credere, il primato della biblioteca più fornita d’Italia non spetta a Roma, bensì a Firenze. Sia la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNCR) che la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNCF) sono istituzioni di rilievo nazionale, create dallo Stato per custodire il patrimonio editoriale italiano, una missione che affonda le radici in una tradizione nobile, talvolta ricondotta alla leggendaria Biblioteca di Alessandria.
Lo status di “biblioteca nazionale” implica un impegno costante all’arricchimento delle collezioni, con l’acquisizione annuale di nuove pubblicazioni. Nel caso specifico di Firenze, il patrimonio di partenza è imponente: si contano 15 milioni di volumi, un numero che include non solo libri, ma anche opuscoli, manoscritti, incunaboli, autografi ed edizioni cinquecentesche. Un tesoro librario unico, di valore inestimabile e in continua espansione.
Per dare un’idea della vastità di questo patrimonio, nel 2013 si calcolò che le scaffalature dei depositi librari fiorentini si estendevano per 135 chilometri lineari, una cifra che cresce di circa 1,5 chilometri ogni anno. È importante sottolineare che non è l’edificio in sé ad aumentare di dimensioni, pur necessitando di spazi sempre maggiori, ma il catalogo: 6 milioni di volumi a stampa, 2,7 milioni di opuscoli, 25.000 manoscritti, 3.716 incunaboli, 30.000 edizioni del XVI secolo e oltre un milione di autografi. Nel 2013, le opere consultate in un anno ammontavano a 304.214.
La storia della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNCF) è strettamente legata alla sua illustre antenata. La prima biblioteca pubblica del mondo fu fondata proprio a Firenze nel 1441, con il nome di Medicea pubblica. Le origini dirette dell’attuale BNCF risalgono al bibliotecario Antonio Magliabechi, che nel 1714 donò la sua collezione privata di circa 30.000 volumi al Granduca Cosimo III, con l’intento di istituire una biblioteca pubblica “a beneficio universale della città di Firenze”. A partire dal 1737, la Biblioteca Magliabechiana ottenne il diritto di deposito legale limitatamente alla città di Firenze, poi esteso al Granducato di Toscana, e fu aperta al pubblico nel 1747. Il patrimonio crebbe ulteriormente grazie a donazioni, lasciti testamentari e acquisizioni da monasteri soppressi.
Una tappa fondamentale nella storia dell’istituzione fu il 22 dicembre 1861, quando l’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Francesco De Sanctis, ne ordinò la fusione con la Biblioteca Palatina (Palazzo Pitti), dando vita alla Biblioteca Nazionale. Con un decreto del 25 novembre 1869, alla biblioteca fu concesso il diritto di deposito legale su tutto il territorio italiano.
Dopo che Firenze divenne capitale del Regno d’Italia nel 1865, in seguito all’annessione del Regno di Sardegna-Piemonte, e successivamente il trasferimento della capitale a Roma nel 1870, si decise di non spostare la Biblioteca Nazionale da Firenze. Nel 1876 fu inaugurata una seconda Biblioteca Nazionale a Roma. Dal 1885, per distinguerle dalle altre biblioteche nazionali, le due istituzioni assunsero il nome di “Biblioteca Nazionale Centrale”.
A partire dal 1911, fu costruito l’attuale edificio della biblioteca in Piazza dei Cavalleggeri, sulle rive dell’Arno, su progetto dell’architetto Cesare Bazzani, poi ampliato da Vincenzo Mazzei. La biblioteca si trasferì nella nuova sede nel 1935.
Il patrimonio della biblioteca ha rischiato di essere irrimediabilmente perduto durante la tragica alluvione del 4 novembre 1966. La vicinanza al fiume fece sì che l’acqua invadesse completamente gli interni dell’edificio, raggiungendo in alcuni punti i sei metri di altezza. I danni furono ingenti, ma l’opera degli “Angeli del Fango”, volontari provenienti da tutto il mondo, fu provvidenziale. Nel freddo di novembre e in condizioni difficili, senza elettricità, si prodigarono per mettere in salvo i libri, in un’impresa che merita a pieno titolo l’appellativo di eroica. Il loro impegno è oggi ricordato da una targa nel portico d’ingresso della biblioteca. Oggi, con un patrimonio di circa nove milioni di volumi, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze si conferma come la più grande d’Italia, un faro di cultura e sapere nel cuore del Rinascimento italiano.
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