
Un volume internazionale esplora il tardo Hokusai tra arte, pensiero, tecnica e memoria: il maestro giapponese rivisitato da studiosi di tutto il mondo, oltre la celebre “Grande Onda”
Oltre l’immagine iconica de La grande onda di Kanagawa, oltre il cliché dell’artista ossessionato dal Monte Fuji e il mito dell’artigiano geniale, esiste un Hokusai meno conosciuto, più intimo, riflessivo, radicalmente innovativo. È questo il punto focale della pubblicazione Late Hokusai: Society, Thought, Technique, Legacy, un volume riccamente illustrato e frutto di una collaborazione accademica internazionale, che restituisce al grande maestro dell’ukiyo-e la complessità del suo lungo crepuscolo creativo.
Il libro nasce come naturale prosecuzione del simposio “Late Hokusai: Thought, Technique, Society”, tenutosi al British Museum nel maggio 2017 in occasione della mostra Hokusai: Beyond the Great Wave, ampiamente acclamata da pubblico e critica. L’esposizione, che riuniva opere realizzate tra i 61 e i 90 anni dell’artista, ha rappresentato una rara occasione per osservare da vicino l’ultima e più feconda fase della sua carriera: un arco finale che ha sfidato il tempo, la tecnica e il mercato, e che oggi diventa oggetto di un’indagine corale.
Un progetto editoriale dal respiro globale
Articolato in quattro sezioni tematiche – Società, Pensiero, Tecnica, Eredità – il volume raccoglie saggi di studiosi provenienti da Regno Unito, Europa, Stati Uniti e Giappone. Ognuno di essi affronta il “tardo Hokusai” da prospettive differenti ma complementari, integrando approcci storici, filologici, religiosi, culturali e artistici. Ne emerge un profilo polifonico, lontano dalle semplificazioni della divulgazione popolare, ma ancora capace di stupire per vitalità, sperimentazione e profondità intellettuale.
A fare da filo conduttore è l’idea di un artista che, lungi dal declinare, trova nella vecchiaia una seconda giovinezza creativa. I supporti si moltiplicano – xilografie a colori, dipinti a pennello su carta o seta, disegni e libri illustrati – così come i temi, che spaziano dalla religiosità buddhista all’eredità culturale cinese, dai giochi di scala visuale alle strategie editoriali, fino ai risvolti biografici e familiari della sua produzione.
Hokusai e la società del suo tempo
La prima sezione, dedicata alla Società, si concentra sul contesto culturale ed economico che ha circondato e alimentato l’attività del maestro negli ultimi decenni di vita. I contributi spaziano dalla biografia ricostruita da Tazawa Hiroyoshi, all’analisi della corrispondenza privata con Frank Feltens, fino a uno studio di Alfred Haft sulla mobilità culturale di Hokusai durante il periodo trascorso a Obuse. Un’attenzione particolare è riservata al rapporto con la figlia Ei, conosciuta con lo pseudonimo Ōi, artista a sua volta, di cui Julie Nelson Davis rilegge il ruolo non più come semplice assistente, ma come vera e propria partner intellettuale nello studio.
Non manca l’aspetto commerciale, affrontato da Ellis Tinios in un saggio sull’editore Eirakuya Tōshirō e sulla costruzione del “marchio Hokusai”, dimostrando quanto il maestro fosse perfettamente consapevole della dimensione mercantile dell’arte nel Giappone dell’epoca Edo.
Tra religione, filosofia e iconografia
La seconda parte del volume – Pensiero – esplora le componenti spirituali e intellettuali dell’opera tarda. Lucia Dolce mette in luce l’influenza del buddhismo del Loto e del fervore religioso urbano nella produzione di Hokusai, mentre Janine Anderson Sawada analizza la devozione dell’artista per il Monte Fuji, tema ricorrente e simbolicamente centrale nella sua visione del mondo.
Yamamoto Yoshitaka affronta invece il dialogo visivo e culturale con la Cina attraverso l’analisi dell’Ehon kōkyō, libro illustrato dedicato alla pietà filiale, mentre Angus Lockyer e Yasuhara Akio si addentrano nel mondo fantastico popolato da draghi e creature immaginarie, che costellano l’immaginario visivo di Hokusai e affondano le radici in fonti iconografiche antiche.

L’arte come disciplina e sperimentazione
La sezione Tecnica raccoglie saggi che restituiscono l’inesausta ricerca formale di Hokusai, capace di attraversare materiali, formati e stili con uno spirito che oggi potremmo definire quasi contemporaneo. Timothy Clark, curatore della mostra e direttore del progetto, apre questa parte con un saggio sulle tecniche pittoriche tardive, invitando a un’osservazione rallentata e consapevole, in grado di cogliere sfumature, ripensamenti, soluzioni formali che testimoniano una straordinaria tensione verso l’eccellenza.
L’artista, pur in un contesto commerciale competitivo e fortemente serializzato, continua a elaborare una grammatica personale, in cui la qualità non è mai sacrificata alla quantità. Anche nei prodotti destinati al mercato di massa, si riconosce quella coerenza stilistica che rende ogni opera di Hokusai immediatamente identificabile e sorprendentemente moderna.
La costruzione di un mito
La quarta sezione, Eredità, è forse la più affascinante. Analizza come, nei 130 anni successivi alla morte dell’artista, si sia costruito – e in parte distorto – il mito di Hokusai. Le sue storie oggi più note derivano non solo dai suoi lavori autentici, ma anche da un flusso ininterrotto di studi, attribuzioni dubbie, falsi, imitazioni e riappropriazioni. Una dinamica ambivalente, che da un lato ha contaminato l’immagine storica del maestro, ma dall’altro ha alimentato l’interesse globale, facendo di Hokusai una figura chiave dell’immaginario artistico mondiale.
Come sottolinea il contributo critico di Elizabeth Lillehoj, pubblicato sulla rivista Impressions della Japanese Art Society of America, questo volume non è solo un compendio di alta erudizione: è uno strumento indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi seriamente alla figura di Hokusai, al di là delle semplificazioni visive. L’eccellenza dell’apparato iconografico, la qualità della stampa e l’accuratezza editoriale fanno di Late Hokusai una pubblicazione di riferimento per studiosi, appassionati e istituzioni museali.
Un nuovo capitolo nella ricezione occidentale
Il progetto editoriale riflette anche un importante cambiamento nel modo in cui l’arte giapponese viene studiata e raccontata in Occidente. Lungi dall’essere una figura esotica da museo, Hokusai emerge qui come autore complesso, stratificato, radicato nel proprio tempo ma capace di dialogare con il nostro presente. L’interdisciplinarietà dei saggi – tra storia dell’arte, religione, studi culturali e filologia – testimonia una crescente apertura delle humanities internazionali alla pluralità delle fonti e dei linguaggi.
In un momento in cui l’editoria specializzata fatica a produrre opere coraggiose, Late Hokusai si impone come una pubblicazione di confine, capace di aggiornare e rilanciare la ricerca su uno degli artisti più amati e studiati del panorama globale. Un’opera che, come le onde di Hokusai, continua a propagarsi nel tempo, portando con sé riflessioni nuove, domande aperte, prospettive ancora da esplorare.
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