
In occasione dei trent’anni dalla nascita di Amazon, questo articolo ripercorre l’ascesa del colosso dell’e-commerce: dagli esordi come libreria online all’espansione in settori chiave come cloud, intrattenimento, farmaceutica e robotica, fino alle sfide attuali sul piano regolatorio e occupazionale. Una storia emblematica dell’evoluzione del capitalismo digitale.
Era il 16 luglio del 1995 quando un sito spartano, con sfondo grigio e link blu, fece il suo debutto sulla rete. In cima compariva il nome “Amazon”, un portale destinato alla vendita di libri online. All’origine del progetto, diecimila dollari e un’intuizione di Jeff Bezos, ex analista finanziario con una visione tanto ambiziosa quanto pionieristica. A distanza di trent’anni, quella scommessa si è trasformata in una delle aziende più potenti e pervasive del pianeta, con un valore di mercato che supera i 2.000 miliardi di dollari. La parabola di Amazon non ha soltanto rivoluzionato il commercio elettronico: è diventata una metafora del capitalismo digitale contemporaneo, modellando le abitudini di consumo, influenzando il mercato del lavoro, riconfigurando interi settori industriali.
Da libreria online a “negozio di tutto”
Quando nel 1995 il sito andò online, bastarono poche settimane per ricevere ordini da tutti e 50 gli Stati americani e da oltre 45 Paesi nel mondo. L’idea di vendere libri su Internet si rivelò immediatamente vincente. Tuttavia, l’espansione fu rapidissima. Già nel 1997 Amazon venne quotata in borsa al Nasdaq con tre milioni di azioni emesse a 16 dollari ciascuna. In quell’anno l’azienda contava 250 dipendenti e un fatturato di 32 milioni di dollari. Nonostante i dubbi sul modello di business, in particolare dopo lo scoppio della bolla delle dot-com, la fiducia degli investitori non venne meno. Nel 2003 arrivò il primo bilancio annuale in utile. Da allora, il cammino fu inarrestabile.
Oggi Amazon non è più soltanto una libreria virtuale. È diventata l’“everything store”, un supermercato globale in cui si può acquistare di tutto: dai generi alimentari all’elettronica, dall’abbigliamento agli elettrodomestici, dai farmaci alle produzioni cinematografiche. Ma è anche una “everything company”, con ramificazioni nei servizi cloud — che rappresentano oggi il 62% delle sue entrate — nei dispositivi smart (Alexa, Ring), nei contenuti digitali (Prime Video, Amazon Music) e nei negozi fisici, come quelli acquisiti tramite Whole Foods.
Le grandi acquisizioni: Whole Foods, PillPack, MGM, iRobot
L’espansione di Amazon non è avvenuta solo per via organica. Nel corso degli anni l’azienda ha messo in atto una strategia aggressiva di acquisizioni mirate. Nel giugno 2017 ha acquisito la catena di supermercati Whole Foods per 13,7 miliardi di dollari, la più grande operazione della sua storia fino a quel momento. Whole Foods, fondata nel 1978, era una realtà affermata nel segmento biologico e contava 460 negozi tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito. L’acquisizione ha offerto ad Amazon un importante canale di vendita fisica, consentendo un’inedita integrazione tra commercio digitale e presenza territoriale. Non a caso, già al momento della fusione, Amazon abbassò i prezzi di molti prodotti chiave del marchio.
Nel 2018, l’azienda entrò anche nel settore farmaceutico, acquisendo la farmacia online PillPack, attiva dal 2013 e specializzata nella distribuzione di farmaci su prescrizione. Si trattava di una mossa strategica in un mercato dal valore colossale: 560 miliardi di dollari l’anno solo negli Stati Uniti. Con questa operazione, Amazon consolidava la sua presenza in un altro settore critico, accrescendo la propria influenza su un comparto storicamente dominato da attori tradizionali.
Nel 2021, Amazon fece un ulteriore passo verso l’industria dell’intrattenimento, acquistando lo studio cinematografico Metro-Goldwyn-Mayer per 8,45 miliardi di dollari. Con un catalogo che includeva oltre 4.000 film — tra cui la saga di James Bond — e celebri serie TV come The Handmaid’s Tale, l’operazione serviva a rafforzare l’offerta di Prime Video e a competere direttamente con Netflix, Disney+ e Apple TV+.
Nel 2022, la multinazionale annunciò l’intenzione di acquisire iRobot, produttore dei robot domestici Roomba, per 1,7 miliardi di dollari. Una mossa coerente con la volontà di investire nella “smart home” e nello sviluppo della robotica consumer, sulla scia del progetto Astro.
Cambiamenti ai vertici e sfide regolatorie
A segnare un passaggio simbolico nella storia di Amazon è stato l’annuncio, nel febbraio 2021, dell’addio di Jeff Bezos alla guida operativa dell’azienda. Rimasto presidente esecutivo, ha ceduto il ruolo di CEO ad Andy Jassy, già a capo della divisione cloud AWS. Il cambio al vertice coincideva con una fase di transizione: la pandemia aveva accelerato ulteriormente la centralità di Amazon nella vita quotidiana di milioni di consumatori, ma aveva anche acuito le critiche sul piano etico, fiscale e lavorativo.
Nel gennaio 2023 l’azienda ha annunciato il più grande piano di licenziamenti della sua storia: oltre 18.000 dipendenti, in particolare nelle risorse umane e nei negozi fisici, venivano lasciati a casa. Contemporaneamente, Amazon rallentava gli investimenti in dispositivi come Kindle e Alexa e congelava l’apertura di nuovi centri logistici, nel tentativo di contenere i costi operativi.
Ma non sono soltanto le dinamiche interne a rappresentare una sfida per il colosso di Seattle. Il 6 settembre 2023, la Commissione europea ha designato Amazon come gatekeeper in base al Digital Markets Act, riconoscendo Amazon Marketplace e Amazon Advertising come piattaforme con un potere tale da condizionare in modo significativo l’equilibrio della concorrenza nei mercati digitali. Un’etichetta che implica obblighi normativi più stringenti, a testimonianza dell’impatto sistemico esercitato dall’azienda sull’intero ecosistema economico e tecnologico.
Un nome e una visione
Curiosamente, il nome “Amazon” non fu la prima scelta. In origine, il dominio era registrato come Cadabra, ma l’avvocato di Bezos lo trovava troppo simile a “cadaver”. Seguì una lunga lista di opzioni alternative, tra cui Relentless.com, che ancora oggi reindirizza al sito ufficiale. Alla fine si optò per “Amazon”, evocando il fiume più grande del mondo, a simboleggiare l’idea di una libreria — e poi di un negozio — altrettanto sconfinato.
L’evoluzione di Amazon in tre decenni ha tracciato un paradigma per l’intera economia digitale. Da piccola start-up che vendeva libri da un garage a infrastruttura globale onnipresente, l’azienda incarna la promessa — e le contraddizioni — dell’era dell’e-commerce. Non è soltanto il simbolo di un’epoca, ma una delle forze che l’hanno modellata.
A chiarimento delle problematiche relative al copyright delle immagini.
Le immagini eventualmente riprodotte in pagina sono coperte da copyright (diritto d’autore). Tali immagini non possono essere acquisite in alcun modo, come ad esempio download o screenshot. Qualunque indebito utilizzo è perseguibile ai sensi di Legge, per iniziativa di ogni avente diritto, e pertanto Experiences S.r.l. è sollevata da qualsiasi tipo di responsabilità.








Devi effettuare l'accesso per postare un commento.