Pericolo! Non leggere – Ci vuole Intelligenza… Artificiale

A cura di Sergio Bertolami

Immagine di Paolo Chieselli da Pixabay

Ci vuole Intelligenza… Artificiale


Da esultare! Ieri si è svolta la prima riunione della Commissione algoritmi, istituita dal Governo per studiare gli effetti dell’Intelligenza Artificiale sull’informazione e l’editoria. Alla sua presidenza è stato posto Giuliano Amato. Sbalorditivo! Si dovrà trattare della prossima rivoluzione digitale e il timone è stato dato a una personalità di ottantacinque anni tondi-tondi. Auguri! Non ad Amato, alla commissione.

La faccenda mi ha ricordato quando sono stato fra i convinti “fondatori di una Fondazione che ormai sembra definitivamente affondata”. Presidente proprio uno dei ministri del primo governo Amato. Di tecnologie informatiche ne capiva quanto suppongo ne capisca oggi Amato di algoritmi. Fortuna è che tutti e due sono dei politici geniali.

Un giorno, discutendo su come diffondere le attività della nuova Fondazione,

di cui ero in esecutivo, proposi di utilizzare l’invio di e-mail, anziché lettere postali. Il presidente mi guardò perplesso e mi chiese: quanto costa una e-mail? E dire che non eravamo nemmeno agli albori nell’uso della posta elettronica.

Infatti, i tempi erano così maturi da poter suggerire un progetto innovativo che avrebbe impiegato il Cloud. Nell’esecutivo della Fondazione nessuno capiva una parola di quello che dicevo. Al contrario della Commissione algoritmi in cui ci sono una quindicina di docenti universitari, esperti di settore, ingegneri informatici.

Alla fine, il segretario particolare del mio presidente mi pregò di esprimermi in modo un tantino più comprensibile. Misi fine alla discussione (e al mio progetto) rispondendo: come spiegare più semplicemente il calcolo della derivata di una funzione integrale a chi non sa niente di analisi matematica?


A ChatGPT serve l’etica? (No)

Brani da un’Intervista rilasciata a la Repubblica da parte di Geoffrey Hinton (nella foto), informatico britannico naturalizzato canadese; citato in Maurizio Crippa, Il Foglio Quotidiano, 6 maggio 2023.

  • Ho cambiato idea sul rapporto tra il cervello umano e i modelli di intelligenza artificiale. Pensavo che questi modelli lavorassero come il cervello. Invece sono in grado di sapere migliaia di volte quello che sanno gli umani.
  • Sono in grado di fare dei ragionamenti. Possono essere in grado di manipolare le persone, avendo imparato tutta la conoscenza del mondo.
  • Anche se fissassimo delle regole, questi sistemi potrebbero impararle e superarle. Queste intelligenze artificiali non hanno obiettivi di evoluzione prestabiliti, ma prima o poi li potranno creare, se perdiamo il controllo.

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