“LOVING PICASSO” al JMuseo di Jesolo

Dopo il grande successo della mostra “Banksy&Friends: l’arte della ribellione”, il JMuseo di Jesolo accoglie le opere di uno tra i più influenti artisti del XX secolo con “LOVING PICASSO”, una mostra inedita che indaga gli aspetti più intimi della vita dell’artista spagnolo come quello con l’universo femminile, che tanto ha condizionato la sua vita personale come la sua produzione artistica.

“LOVING PICASSO”

JMuseo, Jesolo

19 aprile – 12 ottobre 2025

Nel fluido intreccio tra arte e vita, la mostra Loving Picasso si propone di esplorare la complessa e sfaccettata relazione che Pablo Picasso intrattenne con l’universo femminile, con le sue donne, sue muse soggetti privilegiati di studio e fonte di ispirazione che si riflette in modo inconfondibile nelle diverse fasi della sua evoluzione stilistica.

L’esposizione intende offrire al pubblico un’immersione profonda in questo aspetto cruciale della vita e dell’opera picassiana, rivelando come l’artista spagnolo abbia costantemente trasfigurato la sua esperienza emotiva e sentimentale in straordinari capolavori, nei quali la figura femminile appare contemporaneamente oggetto di desiderio, di contemplazione estetica e di trasformazione formale secondo i canoni delle sue rivoluzionarie sperimentazioni visive che hanno segnato indelebilmente la storia dell’arte del Novecento.

La sezione dedicata alle serie grafiche di Picasso si apre con la potente Tauromaquia o Arte de Torear del 1959, un ciclo nel quale la corrida, simbolo della cultura spagnola, diventa metafora di seduzione e di lotta, riflettendo la visione profondamente passionale che l’artista nutriva nei confronti delle relazioni amorose, dove il toro e il torero danzano in un rituale che evoca la tensione erotica e il gioco di potere che Picasso stesso sperimentava nei suoi rapporti con le donne.

In Dans l’atelier de Picasso, lo spettatore è invece invitato a entrare nello spazio intimo della creazione artistica, dove modelle e amanti si trasformano in protagoniste di un universo in cui l’atto creativo si confonde con l’esperienza erotica, mentre la Suite des Saltimbanques (1905) ci riporta al periodo rosa, quando la fragile figura di Fernande Olivier influenzava la visione dell’artista, popolando le sue opere di figure circensi che sembrano celebrare una bellezza malinconica e transitoria.

La Barcelona Suite (1901-1907) chiude questa sezione ripercorrendo gli anni formativi di Picasso, quando il giovane artista iniziava a esplorare il rapporto tra identità maschile e femminile attraverso una pittura che già manifestava il suo straordinario potere di metamorfosi formale e la sua capacità di cogliere l’essenza psicologica dei suoi soggetti; per concludere con una selezione delle sue ceramiche più rappresentative realizzate tra il 1952 e il 1969, periodo maturo in cui Picasso, stabilito a Vallauris, trasformò anche questa antica arte in un campo di sperimentazione dove le forme femminili assumono un carattere telluricamente sensuale, incarnandosi in vasi e piatti che celebrano la fertilità e la vitalità dell’eterno femminino attraverso un linguaggio che fonde tradizione mediterranea e innovazione formale.

Un capitolo fondamentale della mostra è dedicato a Dora Maar, fotografa e pittrice surrealista che fu compagna di Picasso durante gli anni bui della guerra civile spagnola e del secondo conflitto mondiale, un periodo in cui l’intensità della relazione si tradusse in una serie di ritratti nei quali il volto dell’amata venne sottoposto a una destrutturazione formale che rifletteva tanto la personalità complessa e tormentata della donna quanto le angosce dell’epoca.

L’esposizione presenta una selezione di disegni, oli, acquerelli e fotografie incise realizzate dalla Maar, opere che rivelano non solo il talento autonomo di questa straordinaria artista, ma anche il dialogo creativo che si instaurò con Picasso, un confronto nel quale è possibile cogliere tanto l’influenza del maestro quanto la capacità della fotografa di elaborare un linguaggio visivo personale, dove l’occhio fotografico si combina con la sensibilità pittorica in un connubio che anticipa molte delle sperimentazioni dell’arte contemporanea e che testimonia come l’influenza tra i due amanti fosse bidirezionale, in un flusso creativo nel quale ciascuno trovava nell’altro stimoli per esplorare nuove possibilità espressive.

La presenza delle litografie di Françoise Gilot costituisce un altro momento cruciale del percorso espositivo, illuminando la figura di colei che fu non solo amante e madre di due figli di Picasso, ma anche un’artista capace di affermare con determinazione la propria indipendenza creativa, tanto da essere l’unica donna che ebbe il coraggio di abbandonare l’artista, rifiutando il ruolo subalterno al quale egli tendeva a relegare le sue compagne.

Le litografie esposte testimoniano la raffinatezza del linguaggio visivo della Gilot, la sua capacità di sviluppare un proprio vocabolario formale che, pur mostrando tracce del dialogo con Picasso, manifesta una personalissima visione del mondo e una sensibilità cromatica che trasforma l’influenza del maestro in qualcosa di completamente nuovo e originale, rivelando come la giovane pittrice francese riuscì a trarre dalla relazione con il genio spagnolo gli stimoli per sviluppare un percorso artistico autonomo che proseguì con successo ben oltre la fine del loro legame sentimentale, dimostrando che l’eredità di Picasso poteva essere raccolta e trasformata in modo creativo, senza rimanerne schiacciati.

La mostra si completa con una sezione dedicata ai ritratti di Picasso realizzati da Robert Capa nel 1948, un momento in cui l’artista, ormai sessantasettenne, viveva la relazione con Françoise Gilot in un clima di apparente serenità domestica sulla Costa Azzurra. Questi scatti, realizzati da uno dei più grandi fotografi del Novecento, rivelano un Picasso giocoso e rilassato, intento a creare sulla spiaggia o nel suo studio, spesso circondato da amici e familiari, ma sempre con quello sguardo penetrante che sembra voler catturare ogni aspetto della realtà per trasformarlo in arte.

Le fotografie di Capa, con la loro immediatezza e la loro profondità psicologica, offrono uno spaccato della vita dell’artista in un momento particolare della sua esistenza, quando la presenza di una giovane compagna sembrava avergli restituito un’energia creativa che si manifestava in una produzione instancabile e in un rinnovato interesse per nuove tecniche espressive, come la ceramica, che lo avrebbe impegnato negli anni successivi, confermando ancora una volta come l’amore e la passione fossero per Picasso non solo esperienze esistenziali ma autentici motori creativi.


Sede
J MUSEO
Via Aldo Policek, 7
30016 – Jesolo (VE)

Date al pubblico
19 aprile – 12 ottobre 2025

Biglietti
Intero 12,00 €
Ridotto 10,00 €

Info su orari, eventi e biglietti e prenorazioni
www.comune.jesolo.ve.it
www.jmuseo.it
info@jmuseo.it

Social e Hashtag ufficiale
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