La Coca Cola non inventò affatto il buon vecchio Babbo Natale

Il disegno più famoso di Thomas Nast, “Merry Old Santa Claus”, dall’edizione del 1 gennaio 1881 di Harper’s Weekly. Thomas Nast immortalò l’aspetto attuale di Babbo Natale con un’illustrazione iniziale in un numero del 1863 di Harper’s Weekly, come parte di una grande illustrazione intitolata “A Christmas Furlough” in cui Nast mise da parte le notizie usuali per creare un nuovo disegno di Babbo Natale. La popolarità di questa immagine lo spinse a disegnare una nuova illustrazione nel 1881.

Per favore non dite ai bambini che Babbo Natale è un personaggio immaginario legato alla celebrazione del Natale, ma le cui radici affondano in antiche credenze. La loro fantasia desidera accettare questa ingenuità, che fa di Babbo Natale un signore anziano, in sovrappeso, con un cappuccio rosso e una lunga barba bianca, che per tradizione porta i regali la notte di Natale.

Il Babbo Natale di oggi è una combinazione di storie popolari, figure mitiche, persone reali, storie contemporanee e, cosa apparentemente sorprendente, persino di pubblicità. La sua immagine è, in realtà, l’evoluzione di diverse figure, tra cui San Nicola e il Babbo Natale della tradizione nordica. Per questo, in periodi diversi e in luoghi diversi, Babbo Natale è stato rappresentato con tratti caratteristici fra i più vari. Ancora oggi, la sua percezione differisce in vari luoghi a seconda delle credenze tradizionali dominanti, ma c’è un immaginario ricorrente grazie al fatto che determinate immagini e tratti della personalità sono stati riprodotti a livello globale, ad esempio, da alcune multinazionali. Il caso eclatante è quello dell’immagine pubblicitaria della Coca-Cola, ma non dimentichiamo il film della Disney. Proviamo, tuttavia, a ripercorrere seppure sommariamente la storia di questa mitica figura.

Rappresentazione di Georg von Rosen (1886) del dio nordico Odino dalla lunga barba 

Sin dai tempi più antichi, nel Nord Europa, praticamente tutte le culture germaniche celebravano il Natale, che cadeva intorno al solstizio d’inverno. Questa celebrazione era legata al dio Odino, che veniva chiamato “Babbo Natale” o “Julner” perché in tedesco Natale si dice ”Jul”. Fonti anglosassoni testimoniano che in questo periodo dell’anno si celebrava la “notte delle madri“, collegata al Disablot, festa sacrificale, in onore di divinità femminili. Nella regione nordica precristiana il Disablot era celebrato durante l’inverno per garantire un buon raccolto nell’anno successivo. “La notte delle madri” è da legarsi al fatto che all’interno di ogni famiglia si ricordavano le mamme (e le nonne) ormai defunte.

In questo mese di dicembre, lo spettrale Odino poteva essere visto cacciare nel cielo. Si credeva che “Odino il Vagabondo” con la sua lunga barba bianca, il suo cappello sciatto, attraversasse il cielo notturno e visitasse le persone nelle loro case. È possibile che Odino, dunque, sia stato la figura di base per la creazione di Babbo Natale. In Inghilterra, invece, il Natale era personificato da un “Babbo Natale” che ricorda “Julfader” ed anche la figura olandese “Sinterklaas” è stata paragonata a Odino. Sinterklaas cavalcava sui tetti montando un cavallo bianco, Odino attraversava il cielo su Sleipner, il suo velocissimo cavallo ad otto zampe. Sinterklaas aveva aiutanti neri pronti a riferirgli quali bambini erano stati buoni o cattivi. Odino aveva i corvi Hugin e Munin. 

Illustrazione del primo versetto della poesia per bambini 
Il vecchio Santeclaus con molta gioia

Il nome americano di Babbo Natale, ovvero “Santa Claus”, è basato proprio sull’olandese “Sinterklaas” , che deriva da San Nicola, il quale fu un vescovo cristiano di origine greca nel IV secolo, nella città di Myra dell’Impero Romano, nell’attuale Turchia. San Nicola fu canonizzato per la sua generosità. Nella leggenda, tra l’altro, salva segretamente tre ragazze che non hanno abbastanza denaro per la dote, al fine di salvarle dalla prostituzione. San Nicola è il santo patrono dei bambini; ma non solo, perché è il santo patrono anche dei marinai, dei pescatori, dei falsari accusati innocentemente, dei banchi dei pegni, dei ladri pentiti e di molte città. Di solito è raffigurato con in dosso un abito episcopale rosso, spesso con dettagli in bianco e verde.

Nei paesi nordici esisteva anche una tradizione natalizia, per cui i giovani visitavano le diverse fattorie esibendosi in semplici rappresentazioni teatrali oppure intonando canti natalizi. Uno dei giovani del gruppo poteva essere vestito da capra, a volte con una maschera di paglia, e come ringraziamento per lo spettacolo riceveva cibo, bevande e denaro. Durante il XIX secolo, la tradizione cambiò gradualmente, soprattutto all’interno della borghesia, cosicché un uomo travestiva da cervo e distribuiva regali di Natale. Anche questo è un tassello che andrà a formare la storia che accompagna Babbo Natale. Questo perché se Babbo Natale divenne colui che tradizionalmente portava i regali di Natale, la capra fu invece utilizzata per trainare la slitta di Babbo Natale.

Nei paesi nordici fu Viktor Rydberg – con il racconto L’avventura di Lille Vigg alla vigilia di Natale (1871) e forse soprattutto la poesia “Tomten” (1881), così come le illustrazioni di Jenny Nyström per entrambi i testi – a gettare le basi per la fusione definitiva tra il Babbo Natale e la capra di Natale. Immagine che ha reso Babbo Natale una figura capace di simboleggiare laicamente il Natale. Una fonte di ispirazione per le illustrazioni di Nyström potrebbe essere stato il suo insegnante alla scuola di disegno e pittura del museo di Göteborg, Fredrik Wohlfart, che divenne famoso anche per i suoi dipinti di Babbo Natale. L’elfo della fattoria è una figura folcloristica dotata di poteri soprannaturali che assicurava buona fortuna alla fattoria, ma che poteva anche punire le persone che si comportavano male. Gli illustratori e gli scrittori della fine del XIX secolo in poi presero a basarsi su queste idee per le numerose riviste natalizie e per cartoline e calendari famigliari.

Da allora ha avuto luogo una graduale fusione tra questa figura ibrida (anziano signore con la barba e una capra da cavalcare o da traino) accettata in molte parti di Europa e la versione americana di Babbo Natale. Nel Nuovo Continente la figura di Babbo Natale, che arriva grazie ai migranti europei, è rappresentato come un uomo anziano, grasso e vestito di rosso, fu creata nel 1800. Questa figura appare, tra l’altro, nella poesia “A Visit From St. Nicholas” (ora meglio conosciuta come “The Night Before Christmas” ), probabilmente scritta da Clement Clarke Moore e pubblicata sul quotidiano Sentinel nel 1823. San Nicola nei panni di un uomo allegro e sovrappeso, con la barba bianca come la neve e il naso rosso come una ciliegia, arrivava su di una slitta volante trainata da otto renne e si introduceva nelle case attraverso il camino. Le prime immagini di questa versione del Babbo Natale americano furono successivamente viste grazie alle illustrazioni del fumettista Thomas Nast sulla rivista Harper’s Weekly , dove una prima immagine fu pubblicata nel 1863. Questo Babbo Natale americano fu reso popolare nella pubblicità della Coca Cola negli anni ’30 del Novecento, utilizzando immagini di fumettista come Haddon Sundblom (1899–1976), non a caso di origine finlandese-svedese.

Il primo “Babbo Natale” di Haddon Sundblom 
per la Coca–Cola (1931)

Un mito moderno popolare negli Stati Uniti è che il Babbo Natale che vediamo oggi sia stato interamente creato dalla Coca-Cola, o che almeno Babbo Natale abbia preso i suoi vestiti rossi e bianchi dalla pubblicità della Coca-Cola. Tuttavia, questo non è del tutto vero. L’immagine di Babbo Natale, come un uomo allegro e corpulento con una grande barba bianca e con i suoi vestiti rossi e bianchi, esisteva, come si è visto, da molto tempo. Allo stesso modo Babbo Natale è stato utilizzato per scopi commerciali molto prima del Babbo Natale della Coca-Cola.

L’illustratore, noto come Haddon “Sunny” Sundblom, è rimasto famoso soprattutto per il Babbo Natale creato per l’agenzia pubblicitaria D’Arcy e impiegato per reclamizzare la Coca Cola, a cominciare dal Natale del 1931. L’influenza della Coca-Cola sull’immagine di Babbo Natale risiede più nel fatto che Sundblom ha dato al popolo americano un’immagine coerente di Babbo Natale per un periodo di oltre 30 anni, costruendo il modello assoluto per quanto riguarda il suo aspetto.

Babbo Natale con giocattoli su una slitta trainata da renne

Babbo Natale del folklore americano impiega gli elfi che lavorano per lui al Polo Nord. Gli elfi producono e confezionano i giocattoli che faranno felici i bambini. Tuttavia Babbo Natale è anche associato agli gnomi , come gli scandinavi Nisse o Tomte. Come si vede, Babbo natale sa fare squadra, perché secondo la maggior parte delle storie, il Babbo Natale americano ha anche otto renne che tirano la sua slitta. Queste renne sono anche in grado di volare. I nomi delle renne sono basati sulla poesia A visit from Saint Nicholas (1823) del poeta Clement Clark Moore (15 luglio 1779 -10 giugno 1863): Dasher and Dancer, Prancer and Vixen, Comet and Cupid e, infine, Thunder (anche Donner) e Blitzen (ex Blixem).

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Non mancano notizie riguardanti Babbo Natale su Wikipedia Italia Ci sono tuttavia ben 110 versioni differenti di questa voce su Wikipedia, con le particolarità di ogni Paese del mondo.

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