
Giorgio Armani celebra i cinquant’anni della sua maison con ARMANI/Archivio, un progetto digitale e fisico che raccoglie mezzo secolo di collezioni. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, l’archivio non è solo memoria ma un’eredità viva, capace di dialogare con il presente e proiettarsi nel futuro della moda.
https://archivio.armani.com/it
Venezia, Mostra del Cinema. Tra riflessi lagunari e tappeti rossi, Giorgio Armani ha scelto uno dei palcoscenici più iconici del mondo per svelare un progetto che intreccia moda, cultura e memoria collettiva. Sabato 30 agosto, nel cuore della Biennale del Cinema, lo stilista ha inaugurato ufficialmente ARMANI/Archivio, piattaforma digitale e presto anche spazio fisico che raccoglie oltre mezzo secolo di creatività. Non un semplice database, ma un atlante della modernità che restituisce la coerenza e l’evoluzione di uno stile che ha ridefinito l’eleganza contemporanea.
Un archivio vivo, non una nostalgia
Il nuovo portale, online su archivio.armani.com, mette a disposizione migliaia di look provenienti dalle collezioni uomo e donna dal 1975 a oggi. Tutto il personale del Gruppo Armani potrà esplorare l’intero corpus, mentre il pubblico avrà accesso a una selezione iniziale di 57 look, destinati a crescere con aggiornamenti periodici. A breve, una sede fisica nei pressi di Milano renderà il progetto tangibile: un centro di studio e ricerca che trasforma il concetto di “archivio” in un laboratorio culturale.
Armani rifiuta l’idea di un archivio come reliquia polverosa: preferisce definirlo una living legacy, un’eredità viva che guarda al futuro. I capi storici vengono riportati in vita per dialogare con le nuove generazioni e per ispirare designer, studiosi e appassionati. Dopo Venezia, una selezione di look viaggerà in sette boutique tra Europa, America e Asia – da Milano a Tokyo – segnando il carattere globale del progetto.
Un anniversario diffuso in città
L’Archivio è solo uno dei tasselli delle celebrazioni per i cinquant’anni della maison, fondata nel 1975. Dal 16 al 29 settembre, le vetrine della Rinascente di Milano – il luogo dove Armani mosse i primi passi come vetrinista – diventeranno un tributo alla memoria storica del marchio. Il 24 settembre, la Pinacoteca di Brera ospiterà una mostra con 150 look a confronto con i capolavori della collezione d’arte, un dialogo che suggella l’idea di moda come linguaggio culturale. Infine, la Fashion Week di Milano si chiuderà con la sfilata Giorgio Armani donna primavera/estate 2026 nel cortile di Brera, ribadendo il ruolo centrale dello stilista nel panorama internazionale.
Il filo che unisce Armani e il cinema
Non sorprende che il debutto del progetto avvenga proprio a Venezia. Da “American Gigolo” (1980), con Richard Gere, a “The Untouchables” (1987) di Brian De Palma, Armani ha segnato l’immaginario cinematografico vestendo star e personaggi indimenticabili. Negli anni ha continuato a legare il proprio nome ai red carpet di Hollywood, Cannes e naturalmente della Mostra veneziana, contribuendo a creare icone di stile universali. In questo senso, ARMANI/Archivio è quasi una sceneggiatura della memoria, una pellicola che scorre attraverso giacche destrutturate, abiti fluenti e silhouette senza tempo.
Un atlante estetico e concettuale
Dietro la piattaforma digitale c’è un lavoro meticoloso di conservazione e documentazione. Ogni look è descritto come sintesi di un processo complesso: progettazione, relazione con il corpo, orchestrazione di atmosfere. La chiave di lettura non è solo tecnica ma anche concettuale: l’Archivio diventa un dizionario stilistico, capace di raccontare come Armani abbia superato i codici della moda trasformandoli in linguaggio culturale.
L’idea di heritage qui si libera dall’ombra della nostalgia per diventare motore di innovazione. Non si tratta solo di guardare indietro, ma di rimettere in circolo forme, materiali e silhouette che hanno fatto scuola, restituendo loro vitalità e offrendo ispirazioni per nuove generazioni di creativi.
Giorgio Armani: un maestro in equilibrio tra memoria e avanguardia
Armani, oggi ottantanovenne, è considerato uno dei protagonisti assoluti della moda italiana e mondiale. Insieme a Valentino e Versace, è stato tra i pionieri del prêt-à-porter di lusso e ha contribuito a consolidare l’immagine del Made in Italy come sinonimo di eleganza internazionale. La sua estetica, basata sulla sobrietà, la neutralità dei colori e la celebre giacca destrutturata, ha rivoluzionato il guardaroba maschile e femminile a partire dagli anni Ottanta.
Con ARMANI/Archivio, lo stilista ribadisce una visione che non si accontenta di custodire il passato, ma lo rilancia come risorsa culturale. Venezia diventa così il punto di partenza di un progetto che intreccia memoria, celebrazione e futuro, in linea con la traiettoria di un uomo che ha saputo trasformare lo stile in linguaggio universale.
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