La notizia è accertata: la storica rivista Life riprenderà le pubblicazioni. Tornerà in vita a partire dal 2025. Dopo un’assenza di quasi 17 anni, la celebre testata, famosa per le sue foto iconiche e i suoi reportage incisivi, tornerà a raccontare il mondo attraverso le immagini. Quando diciamo storica, non pecchiamo di enfasi. Rivista settimanale di notizie pubblicata negli Stati Uniti dal 1936 al 1972, incentrata sul fotogiornalismo, riprese le pubblicazioni come mensile dal 1978 al 2000.
Oggi l’accordo per una nuova edizione è stato siglato tra il colosso editoriale Dotdash Meredith e la startup Bedford Falls Media, fondata dal miliardario Joshua Kushner e da sua moglie, la modella Karlie Kloss.
La nuova Life si presenterà in una veste attualizzata, adattandosi al panorama mediatico odierno ricco di immagini e stimoli, pur mantenendo la sua attenzione per la fotografia di alta qualità e il racconto profondo della realtà. L’obiettivo, come dichiarato da Kushner, è quello di fare di Life “una voce edificante in un panorama mediatico caotico”.
Per scoprire come si presenterà la nuova versione di questa rivista leggendaria e immergerci nuovamente nelle sue potenti storie per immagini, non resta che attendere i primi mesi del prossimo anno.Per aver maggiori dettagli e anticipazioni, basta seguire le fonti americane bene informate che in questi giorni hanno espresso opinioni sul tema.
The New York Times: fornisce un’analisi approfondita del nuovo modello di business di Life, con un focus sul digitale e su collaborazioni con influencer e brand. L’articolo menziona anche l’intenzione di pubblicare addirittura alcuni numeri cartacei a cadenza mensile o bimestrale.
CNN Business: si concentra sulla nuova leadership, evidenziando l’esperienza di Kushner e Kloss nel mondo dei media e della tecnologia. L’articolo sottolinea anche l’impegno a mantenere l’integrità giornalistica di Life, pur adattandosi alle nuove tendenze digitali.
Variety: approfondisce l’aspetto creativo della rivista, anticipando collaborazioni con fotografi e scrittori di fama internazionale. L’articolo evidenzia anche l’intenzione di Life di esplorare nuovi formati di storytelling, come video e realtà virtuale.
Naturalmente non manca chi espone ai lettori critiche e dubbi. Fra questi il The Washington Post che solleva dubbi sulla sostenibilità del modello di business di Life, soprattutto in un mercato mediatico in rapido cambiamento. L’articolo cita, infatti, alcuni esperti, i quali temono che la rivista possa faticare a trovare un pubblico sufficientemente ampio per mantenere i suoi contenuti costosi. The Atlantic critica, invece, il coinvolgimento di Kushner e Kloss nel progetto, sollevando questioni sull’indipendenza editoriale della rivista. L’articolo pone interrogativi sul potenziale conflitto di interessi tra gli obiettivi commerciali di Kushner e la missione giornalistica di Life.
In generale, le fonti americane accolgono con favore la rinascita di Life, pur manifestando cautela e interrogativi. A conti fatti, la reazione pare positiva ed è facile riscontrare un grande interesse per osservare le sorti future di questa interessante iniziativa editoriale.
Perché tanta attenzione verso la rivista Life, che, come vediamo nel box in pagina, ha avuto dalla sua nascita una vita travagliata, che ne ha fatto un mito del fotogiornalismo? Semplice, perché molti dei periodici settimanali e mensili del secolo scorso, alcuni giunti fino ai nostri anni, hanno ereditato da Life lo spirito del fotogiornalismo.
Life ha, infatti, rivoluzionato il modo di raccontare le storie attraverso le immagini, ispirando generazioni di fotografi e giornalisti. Da Eisenstaedt a Bourke-White, da Mydans a Capa, da Parks a Leen, a Burrows, Halsman, Smith e Benson. Erano fotografi sempre in prima linea per scattare foto rimaste memorabili, come quelle dello sbarco in Normandia di Robert Capa, dei lager di Margaret Bourke-White, della Corea di David Douglas Duncan o del Vietnam di Larry Burrows.
Le loro immagini che compensavano il testo scritto quanto la televisione (e oggi Internet) non erano all’altezza. Le sue fotografie rappresentano un archivio inestimabile di eventi e momenti cruciali del XX secolo. Tutto ciò ha contribuito a definire la coscienza collettiva e a plasmare l’immaginario popolare.
È facile, quindi, elencare i motivi del successo di Life.Immagini di grande impatto emotivo e valore artistico, impaginate in un formato grande e accattivante, con didascalie concise. Il tutto per accompagnare storie coinvolgenti.
LA STORIA DI LIFE: DA RIVISTA UMORISTICA A MITO DEL FOTOGIORNALISMO Le origini: 1883: Nasce come rivista settimanale umoristica a New York, con scarso successo. 1900: Acquisita da Alfred Henry Luce, che ne cambia il formato e la colloca nel panorama dei magazine popolari. 1924: Diventa mensile e si concentra su notizie, eventi e personaggi di attualità, con un’impostazione innovativa che include fotografie e illustrazioni. La svolta del fotogiornalismo: 1936: Sotto la guida di Henry Luce, Life viene trasformata in un settimanale incentrato sul fotogiornalismo. Formato: Immagini a pagina intera e didascalie concise per un racconto immediato e coinvolgente. Fotografi di talento: Margaret Bourke-White, Dorothea Lange, Robert Capa e tanti altri immortalano eventi storici come la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Civile Spagnola. Coperture iconiche: La foto di copertina diventa un elemento distintivo, con immagini che raccontano lo spirito del tempo (es: foto del bambino vietnamita Phan Thi Kim Phuc). Il successo e l’influenza: Anni ’40 e ’50: Life raggiunge il suo apice di popolarità, con oltre 15 milioni di copie vendute a settimana. Influenza sulla cultura: Diventa un punto di riferimento per l’informazione e la fotografia, contribuendo a plasmare la coscienza collettiva e la memoria storica. Evoluzione: Negli anni ’60 e ’70 si adatta ai cambiamenti sociali e culturali, affrontando temi come il movimento per i diritti civili e la Guerra del Vietnam. Declino e chiusura: Anni ’70 e ’80: Con l’avvento della televisione e dei nuovi media, Life inizia a perdere terreno. 1972: Diventa un mensile. 1998: Cessa le pubblicazioni settimanali. 2000: Diventa un’edizione mensile online. 2007: Chiude definitivamente a causa delle difficoltà economiche. |