Come convertire i visitatori web in abbonati? 

Riferendosi ai sondaggi più recenti il 95 per cento dei lettori di news non è disposto ad abbonarsi a una singola testata giornalistica. C’è da chiedersi quale sia il motivo. Primi fra tutti se lo chiedono gli editori perché il mercato dell’editoria potrebbe orientarsi differentemente e migliorare la propria offerta a vantaggio del pubblico. I lettori intervistati rispondono che preferiscono avere accesso a una varietà di fonti per ottenere una visione più completa e bilanciata delle notizie. Abbonarsi a una sola testata potrebbe limitare questa varietà.

In realtà sembrano pesare piuttosto i costi. Gli abbonamenti possono essere anche costosi se affrontati con un abbonamento annuale, per cui molti lettori non sono disposti a pagare per più di una fonte di notizie, soprattutto quando ci sono molte alternative gratuite disponibili online. Alternative gratuite, naturalmente.

Ma quale è il risultato in quanto a qualità e affidabilità? Con l’avvento dei social media e degli aggregatori di notizie, molti lettori sono abituati a ricevere notizie da diverse fonti in un unico luogo, rendendo meno attraente l’abbonamento a una singola testata. Affidarsi a una singola testata potrebbe non coprire tutti gli argomenti legati al proprio interesse, mentre abbonarsi a più testate potrebbe essere necessario per soddisfare esigenze informative a secondo della notizia che ha attratto l’attenzione del lettore.

Ci sono, tuttavia, diverse alternative all’abbonamento a una singola testata giornalistica che possono aiutarti a rimanere informato senza dover pagare per un singolo servizio. Quelle offerte, ad esempio, dagli aggregatori di notizie: App come Google News e Flipboard raccolgono notizie da varie fonti e le presentano in un unico luogo, permettendoti di personalizzare le tue preferenze e ricevere aggiornamenti su argomenti di tuo interesse.

Esistono inoltre Siti di informazione indipendente: cioè Portali come Il Post o Valigia Blu che offrono notizie e approfondimenti. Per essere sostenuti ricorrono al finanziamento da parte dei lettori stessi. E naturalmente ci sono i Social media, che dividono la maggiore fetta della torta statistica. Sono le Piattaforme come Twitter e Facebook ad essere utilizzate maggiormente per seguire giornalisti, testate e argomenti specifici. In gran parte dei casi parliamo di fonti informative finanziate attraverso post commerciali. Ma tutti sappiamo (anche se lo dimentichiamo facilmente) che è sempre importante verificare l’affidabilità delle fonti, soprattutto quelle individuali.

Molti giornalisti e singole testate offrono newsletter gratuite che puoi ricevere direttamente nella tua casella di posta elettronica. Molto valide sono quelle di Internazionale o dell’Linkiesta. Così come esistono app dedicate a specifici settori, ad esempio Sky Sport per le notizie sportive o Yahoo Finanza per le notizie economiche. Per non parlare di un sistema denominato RSS Feed, utilizzato da molti lettori: il pensiero corre subito a Feedly, che ti permette di aggregare articoli da vari siti web in un unico flusso personalizzato.

Foto di 99mimimi da Pixabay

A questo punto, occorre domandarsi come si dovrebbe finanziare la produzione di notizie, se il prodotto gratuito sembra essere quello più appetibile, al di là di risposte spesso poco sincere. In soldoni: a quali alternative gli editori pensano per tamponare o, nel migliore dei casi, risolvere il problema degli abbonamenti?

Vagliamo insieme alcune delle strategie più comuni. I più comuni quanto sperimentali sono i modelli di pagamento flessibili. Chi più chi meno offre abbonamenti mensili o settimanali, per rendere più accattivante l’accesso ai contenuti. Alcuni editori stanno sperimentando i micropagamenti, permettendo ai lettori di pagare solo per i singoli articoli che desiderano leggere Tuttavia, ciò vale se il lettore si sofferma sulle notizie in modo saltuario, perché tirando le somme alla lunga conviene abbonarsi.

In tal modo si può usufruire di contenuti esclusivi e personalizzati: articoli approfonditi, interviste esclusive e analisi dettagliate. Fattori che possono incentivare i lettori a sottoscrivere un abbonamento. Inoltre, la personalizzazione dei contenuti, in base agli interessi dei lettori, oppure organizzare eventi esclusivi, webinar, e creare community online per gli abbonati può aggiungere valore all’abbonamento e creare un senso di appartenenza tra i lettori.

Più si allargano le offerte, maggiori divengono i costi. Per condividere le spese gestionali gli editori ricorrono pertanto a partnership e bundle. Collaborare, infatti, con altre aziende per offrire pacchetti combinati (bundle) che includono abbonamenti a più servizi, come piattaforme di streaming o altri media, può rendere l’offerta più attraente.

Alcuni editori utilizzano il modello “freemium”, offrendo una parte dei contenuti gratuitamente e riservando i contenuti premium agli abbonati. Questo approccio permette ai lettori di valutare la qualità dei contenuti prima di impegnarsi in un abbonamento.

Le strategie, sperimentali al momento, adottate dagli editori per affrontare il problema degli abbonamenti stanno mostrando risultati misti, con alcuni successi e alcune sfide ancora da superare.

Molte testate hanno visto un aumento significativo degli abbonamenti digitali, grazie a offerte promozionali e prezzi più accessibili. Questo ha permesso di ampliare la base di lettori. L’e-commerce ha dato un forte impulso alle vendite di libri, con un aumento delle novità pubblicate e un catalogo di titoli disponibili in continua espansione.

Una cosa è certa: bisogna fare in fretta. L’aumento dei costi della carta e delle spese operative ha ridotto i margini di profitto per molte case editrici, nonostante l’aumento delle vendite digitali. Inoltre, la concorrenza tra le diverse testate giornalistiche e altre forme di intrattenimento rende difficile mantenere l’attenzione dei lettori e differenziarsi sul mercato.

Non rimane che bilanciare l’offerta di contenuti gratuiti e a pagamento, garantendo al contempo la qualità e l’innovazione per giustificare il costo degli abbonamenti. La soluzione è però una, e una soltanto: si compra ciò che torna davvero utile. I nani e le ballerine piacciono nei giorni di festa.


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