
Ogni anno, nel mese di maggio, Torino si trasforma in un crocevia globale dell’editoria. È il Salone Internazionale del Libro, la manifestazione più importante in Italia nel campo del libro e della cultura, seconda solo alla Buchmesse di Francoforte per numero di espositori in Europa. Un evento che, dal 1988, richiama editori, scrittori, lettori, istituzioni e professionisti da tutto il mondo, trasformando il Lingotto in un immenso laboratorio di idee, narrazioni, diritti e parole.
Un progetto culturale nato da un’intuizione
L’origine del Salone affonda le radici nella Torino degli anni Ottanta. Fu il libraio Angelo Pezzana, fondatore della libreria Luxemburg, insieme all’imprenditore Guido Accornero – allora azionista di Einaudi – a lanciare l’idea di una fiera del libro nazionale. La proposta, presentata ufficialmente nel luglio del 1987 all’Unione Industriale, incontrò immediatamente il sostegno delle istituzioni locali. Non mancarono le polemiche, soprattutto da Milano, dove l’allora sindaco Paolo Pillitteri cercò di attrarre l’evento nella capitale dell’editoria italiana. Ma Torino resistette e vinse. Alla prima edizione, nel maggio 1988, parteciparono oltre cinquecento espositori e più di centomila visitatori: un successo clamoroso, testimoniato anche dalle parole dello scrittore premio Nobel Josif Brodskij, che definì il Salone «un’idea luminosa con un pizzico di follia».
Dal Torino Esposizioni al Lingotto: una crescita inarrestabile
Inizialmente ospitato negli spazi del Torino Esposizioni, il Salone si trasferisce nel 1992 al Lingotto, l’ex stabilimento FIAT trasformato in centro congressi da Renzo Piano. Una sede che ha permesso alla manifestazione di espandersi progressivamente: oggi occupa oltre 110.000 metri quadrati, articolati tra i padiglioni 1, 2, 3 e l’Oval, oltre al Centro Congressi e a un’ampia area esterna.
Dal 2024 è stato previsto anche un nuovo padiglione temporaneo, il “Padiglione 4”, con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità e dare maggiore visibilità alla programmazione del Bookstock, l’area del Salone dedicata ai lettori più giovani.
Nel tempo, il Salone ha saputo adattarsi e reinventarsi, affiancando alla sua struttura fieristica una ricca programmazione culturale. Dal 1996 ogni edizione ruota attorno a un tema portante, mentre dal 2001 viene ospitato un Paese straniero, i cui editori e autori sono protagonisti di incontri, eventi e pubblicazioni. L’impronta è quella di una manifestazione che guarda tanto al grande pubblico quanto ai professionisti del settore, inclusi agenti e operatori internazionali del mercato dei diritti.
Salone Off, Salone 365 e l’orizzonte urbano della cultura
Dal 2004, il Salone non si limita più al Lingotto, ma si diffonde capillarmente nella città e nella regione con il “Salone Off”: una rassegna di eventi paralleli in scuole, teatri, biblioteche, circoli, carceri, librerie e spazi inusuali, coinvolgendo le otto Circoscrizioni di Torino e numerosi centri del Piemonte.
Nel 2014 nasce il progetto “Salone 365”, che porta incontri con autori e laboratori nelle scuole e nei quartieri della città durante tutto l’arco dell’anno, in collaborazione con la Scuola Holden, le biblioteche civiche, librerie e associazioni culturali.
Queste diramazioni segnano un’evoluzione del Salone da fiera editoriale a piattaforma permanente di promozione della lettura e della cittadinanza culturale.
Formazione, innovazione e internazionalizzazione
Accanto all’evento principale, il Salone promuove una molteplicità di progetti annuali. Tra questi, “SalTo Scuola” propone attività educative e formative per studenti e insegnanti; “SalTo Pro” si rivolge invece agli operatori della filiera editoriale, offrendo percorsi di aggiornamento professionale.
Il “Rights Centre” è invece il cuore pulsante delle relazioni internazionali: uno spazio dedicato alla compravendita di diritti editoriali e audiovisivi, che fa del Salone un nodo strategico dell’industria culturale globale.
Molte sono anche le iniziative nate per intercettare nuovi pubblici e sostenere la bibliodiversità: il premio “Adotta uno scrittore”, il progetto “Un libro tante scuole”, il ciclo di lezioni “Adotta una parola” e la collaborazione con rassegne come Portici di carta (Torino), Lungomare di libri (Bari) e la Festa del libro medievale e antico di Saluzzo.
Temi, presenze e numeri: il caso emblematico del 2017
Negli anni, il Salone ha attraversato fasi di assestamento e competizione. L’edizione 2017, ad esempio, si è tenuta in un clima di tensione a seguito della scissione promossa dall’Associazione Italiana Editori, che aveva lanciato a Milano la fiera concorrente “Tempo di Libri”. Nonostante la defezione di importanti gruppi editoriali, Torino registrò un nuovo record di presenze, con 168.815 biglietti venduti, dimostrando la solidità del suo modello.
Una direzione culturale in evoluzione
La guida del Salone è passata attraverso diverse figure di rilievo. Dal 1994, con la nascita della Fondazione Salone del Libro, la manifestazione si è dotata di una struttura stabile. Per quasi vent’anni la direzione editoriale è stata affidata a Ernesto Ferrero. Nel 2017 è subentrato Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega, sotto la cui direzione il Salone ha ulteriormente rafforzato il suo ruolo culturale.
Dal 2024, la nuova direttrice editoriale è Annalena Benini, scrittrice e curatrice, scelta che conferma la volontà di rinnovare il Salone mantenendo saldo il legame tra letteratura e attualità.
Un laboratorio culturale con lo sguardo al futuro
Negli anni, il Salone ha creato nuove aree tematiche e spazi di inclusione: dal 2005 il progetto “Lingua Madre” ospita autori da Asia, Africa e America Latina impegnati in una riflessione sulle identità culturali. Nel 2006 nasce “Oltre”, spazio per adolescenti, mentre nel 2007 prende forma il “Bookstock Village”, un padiglione interamente dedicato alle giovani generazioni, dove convivono libri, tecnologia e nuove forme di narrazione.
Non mancano le iniziative simboliche, come il premio Salone Internazionale del Libro, assegnato con il voto di pubblico e espositori a grandi scrittori internazionali: Amos Oz nel 2010, Javier Cercas nel 2011.
Oggi il Salone Internazionale del Libro non è soltanto una vetrina dell’editoria, ma un laboratorio vivo dove si sperimentano visioni culturali, si costruiscono reti e si immagina il futuro del libro. Un appuntamento che continua a rinnovarsi senza rinunciare alla sua anima: promuovere la lettura come strumento di conoscenza, incontro e cittadinanza.
La nuova edizione è aperta dal 15 al 19 maggio 2025, ancora una volta negli spazi del Lingotto. Un’altra pagina da scrivere in una storia che da quasi quarant’anni accompagna l’Italia del libro.
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