
Maurizio Cattelan torna a sorprendere con una caccia al tesoro globale che unisce ironia e mercato. Dal 30 settembre al 7 ottobre 2025, in collaborazione con Avant Arte, l’artista italiano dissemina tre miniature esclusive in luoghi inaspettati del mondo, trasformando l’arte in gioco e provocazione.
Un artista che ama sparire e riapparire con trovate inaspettate. Maurizio Cattelan, tra i più noti e controversi protagonisti della scena contemporanea, lancia un nuovo gioco che unisce arte, ironia e mercato globale: una caccia al tesoro planetaria per scovare tre miniature esclusive, disseminate in luoghi imprevisti. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con la piattaforma internazionale Avant Arte, prende avvio il 30 settembre da New York e si protrarrà fino al 7 ottobre 2025.
L’artista che si prende gioco dell’arte
Padovano, classe 1960, Cattelan ha costruito la sua carriera sull’irriverenza. Le sue opere, spesso al centro di polemiche, sfidano i codici della società e i meccanismi del sistema dell’arte: dal papa colpito da un meteorite a Comedian, la banana scotchata al muro diventata virale. La sua forza è quella di mettere lo spettatore davanti a un cortocircuito concettuale, sospeso tra umorismo e provocazione.
Non sorprende quindi che la sua nuova avventura abbia la forma di una caccia al tesoro, ribattezzata Dov’è Maurizio?. Più che un’operazione di marketing, è un invito a rimettere in discussione l’idea stessa di valore e accessibilità delle opere d’arte.
Le miniature in edizione limitata
Il progetto si ispira a una delle opere più emblematiche dell’artista, La Rivoluzione Siamo Noi (2000), riflessione sulla figura di Joseph Beuys e sul suo iconico cappotto di feltro. Ma se Beuys affermava che “ogni uomo è un artista”, Cattelan ribalta la prospettiva con il motto “Non sono davvero un artista”, sintetizzando la sua cifra ironica e dissacrante.
La nuova scultura, riproposta in versione miniaturizzata, sarà disponibile in mille esemplari dipinti a mano, ciascuno al prezzo di 1.500 euro (1.766 dollari). Ognuna delle opere sarà numerata e corredata da certificato di autenticità con firma dell’artista.
Oltre all’acquisto diretto tramite il sito di Avant Arte – con assegnazione casuale fino al 24 ottobre – tre copie speciali verranno nascoste in mercati e negozi d’antiquariato in diverse città del mondo. Ogni giorno la piattaforma pubblicherà due indizi online per orientare i partecipanti nella ricerca. Chi riuscirà a trovarle potrà acquistare l’opera a prezzi che oscilleranno dai 99 centesimi ai 9.999 euro (11.772 dollari).
Un’arte che si nasconde per farsi trovare
La formula della caccia al tesoro sembra perfettamente allineata con l’identità di Cattelan: un artista che ha sempre giocato con l’assenza, la sparizione e la teatralità. Il gesto di disseminare le sue miniature tra banchi di mercati o scaffali di negozi anonimi non è solo una trovata spettacolare, ma un modo per destabilizzare le dinamiche del collezionismo e riportare l’opera in spazi quotidiani e imprevedibili.
In questo senso, Dov’è Maurizio? richiama lo spirito della retrospettiva All, ospitata al Guggenheim di New York nel 2011, a cui il progetto di Avant Arte esplicitamente si ispira. Lì, tutte le opere dell’artista erano sospese a mezz’aria nella rotonda del museo, trasformando lo spazio espositivo in una messa in scena totale e disorientante.
La prima volta con Avant Arte
Per Avant Arte – marketplace fondato nel 2015 e divenuto punto di riferimento per edizioni d’arte contemporanea accessibili a un pubblico internazionale – la collaborazione con Cattelan segna una tappa di rilievo.
“Collaborare con uno degli artisti più influenti del nostro tempo su questa serie di sculture in edizione limitata è stata un’esperienza incredibile”, ha dichiarato l’amministratore delegato e cofondatore Mazdak Sanii. “Siamo ansiosi di condividere questo progetto con la nostra comunità globale di collezionisti”.
La piattaforma, che negli ultimi anni ha stretto collaborazioni con nomi come Ai Weiwei, Jenny Holzer e Kehinde Wiley, conferma così la sua capacità di unire pubblico digitale e mercato tradizionale, creando esperienze partecipative che vanno oltre la semplice vendita.
Un gioco serio
Ancora una volta, Cattelan costringe a riflettere ridendo. La sua piccola scultura in edizione limitata non è soltanto un oggetto da collezione, ma il fulcro di un esperimento che interroga il senso stesso di possedere un’opera d’arte. Trovare una miniatura al prezzo di una bibita o di un’auto di lusso diventa parte integrante del messaggio: l’arte è ovunque, ma il suo valore dipende dal contesto, dal caso, dalla narrazione che le costruiamo intorno.
Dal 30 settembre al 7 ottobre, la domanda non sarà soltanto “dove si nasconde Maurizio Cattelan?”, ma anche quanto siamo disposti a inseguire l’imprevedibilità dell’arte contemporanea.
Maurizio Cattelan e il mercato dell’arte: provocazioni da collezione
Maurizio Cattelan non è soltanto un artista provocatore: è anche uno dei nomi più richiesti dal mercato internazionale. Le sue opere, spesso nate come parodie o gesti ironici, hanno raggiunto cifre record in asta, confermando il paradosso di un autore che sembra prendere in giro lo stesso sistema che lo consacra.
- La banana di Miami (2019) – Intitolata Comedian, era semplicemente una banana attaccata con nastro adesivo a una parete, presentata alla fiera Art Basel Miami Beach. Venduta per 120.000 dollari, fece il giro del mondo e generò infinite discussioni sul senso e sul valore dell’arte. Un gesto effimero che divenne icona.
- La Nona Ora (1999) – La celebre scultura del papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite fu venduta a Londra da Christie’s nel 2001 per oltre 800.000 dollari. Opera di forte impatto simbolico, consolidò la reputazione internazionale di Cattelan come artista “scomodo”.
- Him (2001) – Una scultura che raffigura Adolf Hitler inginocchiato in preghiera. Nel 2016 fu battuta all’asta da Christie’s a New York per 17,2 milioni di dollari, stabilendo uno dei primati per l’artista.
- America (2016) – Il wc in oro massiccio a 18 carati, installato al Guggenheim di New York e utilizzabile dal pubblico, rimane una delle sue opere più discusse. Rubato nel 2019 da Blenheim Palace in Inghilterra, non è mai stato recuperato.
Il rapporto di Cattelan con il mercato si fonda su questa contraddizione: opere che nascono per ridicolizzare status e convenzioni finiscono per diventare oggetti da investimento. Un cortocircuito che, lungi dall’indebolire il suo lavoro, ne amplifica l’impatto mediatico e lo consacra tra gli artisti contemporanei più influenti del nostro tempo.ì
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